PEDAGOGIA

 

JACQUES MARITAIN E IL PERSONALISMO


Jacques Maritain  nato a Parigi da una famiglia protestante di tradizione liberale. Convertitosi al cattolicesimo, il filosofo assume una posizione antimoderna che vagheggia il ritorno all’integralità dell’esperienza umana spezzata con la fine dell’età medievale.

La cultura moderna è infatti permeata dalla logica della separazione e della parzialità: Lutero separa la teologia dalla filosofia; Machiavelli la politica dalla morale. Cartesio, una volta introdotto il dubbio, trova la sola certezza dell’io, e separa la res cogitans dalla res extensa, il pensiero dalla natura. Rousseau, viceversa, oppone la spontaneità naturale al primato della ragione, della cultura e della società. L’idealismo assolutizza l’Io, fino ad identificarlo con tutta la realtà; il positivismo con le sue pretese scientiste, all’opposto, riconduce tutta la realtà alla sola natura, mentre la metafisica si eclissa, e con essa la teologia e la trascendenza di Dio.


Se la modernità ha frantumato l’immagine dell’uomo, per uscire dalla crisi della modernità occorre ancorarsi all’ultimo grande sistema di pensiero organico costituito dal tomismo come punto di riferimento per ritrovare i fondamenti dell’etica, della politica e dell’educazione.

Da Tommaso, Maritain trae l’idea della persona umana come entità ontologica – cioè realtà avente valore in sé, indipendentemente dalla natura, dalla società o dallo Stato – che trae la sua consistenza dal rapporto con l’Assoluto, con Dio.

Il recupero della metafisica e della teologia è dunque condizione del recupero del valore della persona e, dunque, della rifondazione di un ordine sociale modellato sulla dignità dell’uomo.

Per Maritain, dunque, l’educazione contemporanea è parziale, perché ha smarrito il senso dell’integralità umana.


Il filosofo individua al riguardo, infatti sette errori, di cui i principali sono il disconoscimento dei fini, la sostituzione di un’idea materialistica dell’uomo all’idea di persona, il pragmatismo (l’azione è valutata di per sé), il sociologismo (la persona è concepita in funzione della società), l’intellettualismo (all’educazione integrale della persona se ne contrappone una specialistica).

Occorre invece una pedagogia nuova che sappia ispirarsi a un nuovo umanesimo che superi l’antropocentrismo dell’homo faber a favore di un umanesimo teocentrico nel quale il riferimento a Dio non comporta annullamento, ma realizzazione dell’uomo.

Mezzi, metodi, programmi, tecniche educative sono importanti ma secondari rispetto all’obiettivo di insegnare la verità di cui è testimone l’educatore. L’educazione che si lega a questa visione deve sviluppare il senso di responsabilità e degli umani doveri, l’esercizio dell’autorità per il bene generale, il rispetto dell’umanità in ogni persona individuale.

L’educazione morale si pone così in antitesi all’agnosticismo educativo: secondo Maritain, ogni stato ha il dovere di educare i suoi cittadini ai valori delle comunità su cui si regge, ma questi valori devono essere filtrati attraverso le diverse comunità e fedi che lo costituiscono.

Un’educazione pluralista non è perciò un’educazione agnostica, ma un’educazione che permette ad ogni comunità religiosa di trasmettere i valori comuni, attraverso il particolare messaggio che la contraddistingue. L’individuo non è infatti libero, ma deve divenirlo attraverso l’educazione e ciò non è possibile se non è prima posto davanti alla fede che potrebbe scegliere. Ogni individuo deve conoscere la religione per poter scegliere, se vuole, l’agnosticismo.


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